Nell’inverno del 2017, io e il mio socio volammo in Sicilia per una breve trasferta, allo scopo di “reclutare” un amico nel ruolo di responsabile commerciale per il progetto di start-up di cui eravamo protagonisti allora. Mentre il nostro aereo approcciava l’aeroporto di Fontanarossa, in quella giornata tersa e soleggiata, l’apparire dell’Etna incappucciato di neve fu il primo, suggestivo biglietto da visita di Catania.
Il nostro amico abita ad Aci Trezza e dal suo studio ha una vista mozzafiato sullo Ionio e sulle isolette dei Ciclopi. All’epoca stavo lavorando a Il cuore della montagna e avevo già deciso che una delle mie protagoniste sarebbe stata siciliana. Ma quella trasferta di lavoro ne segnò il destino: Valentina era improvvisamente diventata catanese e “Il ragazzo di pietra” – seguito del mio primo romanzo – sarebbe stato ambientato proprio lì, ad Aci Trezza.
Aeroporto di Catania-Fontanarossa
Inaugurato nel 1924 come aeroporto militare, primo nell’isola, a partire dal 1947 venne adibito a scalo civile e, secondo Wikipedia, oggi è primo in Italia per traffico nazionale. All’epoca in cui si svolge il romanzo, il 1976, l’infrastruttura degli anni Sessanta si era già dimostrata ampiamente inadeguata al crescente flusso di viaggiatori, ma non era ancora stata completata la nuova aerostazione, la cui inaugurazione sarebbe avvenuta nel 1981. Quindi, possiamo immaginare che Federico e i suoi amici si siano trovati di fronte allo stesso aeroporto che vedete nella foto a fianco.
In viaggio da Catania ad Aci Trezza
Lasciando l’aeroporto a bordo del pulmino di Alfredo – il padre di Valentina e Sabrina – i ragazzi costeggiano il Boschetto della Plaia, un grande polmone verde che si trova alle spalle dell’omonima spiaggia, luogo ideale per jogging, relax o per un picnic in famiglia.
Seguendo il lungomare, subito dopo il Boschetto i ragazzi incontrano il porto di Catania, il quale ha una incredibile storia di distruzioni e ricostruzioni. Realizzato nel 1438 per volontà del re Alfonso D’Aragona, fu danneggiato molte volte dalle violente mareggiate e poi puntualmente restaurato e rinforzato. L’ultima burrasca a infliggergli gravi danni fu quella del 1933, a seguito della quale il governo Mussolini avviò un’opera di ammodernamento e potenziamento. I danni più recenti non furono causati dalle onde, ma dai violenti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Se il mare fu all’origine di quasi tutte le devastazioni del porto, per la Cattedrale di Sant’Agata il nemico numero uno furono i terremoti. Quello del 1169, che fece crollare il tetto e uccise gran parte dei fedeli riuniti lì per le festività, e soprattutto quello del 1693 del Val di Noto, che la distrusse quasi completamente. I ragazzi ne intravedono la cupola, ma non la visiteranno. D’altronde quale quindicenne, potendo scegliere, lascerebbe le spiagge per visitare una cattedrale?
La fontana del Ratto di Proserpina, posta nel piazzale della Stazione Centrale, è un’opera realizzata nel 1904 dallo scultore Giulio Moschetti. Secondo il mito greco, l’episodio è all’origine dell’alternanza delle stagioni: la dea Proserpina era stata rapita da Ade, dio degli inferi, proprio in Sicilia; Ade l’aveva presa in moglie, ma poi le aveva concesso la possibilità di allontanarsi dagli inferi per un periodo annuale, che corrisponde primavera e all’estate.
Il viaggio di Federico e dei suoi amici prosegue tra un’alternanza di edifici vecchi e nuovi, con brevi concessioni al verde della vegetazione e qualche scorcio sull’azzurro del mare. Quando raggiungono Aci Castello, si trovano davanti alla imponente rupe basaltica su cui si trova il Castello Normanno. Difficile immaginare un luogo che abbia attraversato più vicende storiche, perché ai terremoti e alle eruzioni – che ne misero a rischio la struttura – vanno sommate le diverse dominazioni: bizantini, musulmani, normanni, angioini e aragonesi.
Aci Trezza
Frazione di Aci Castello, è stato un borgo di pescatori fino alla metà del Novecento, quando ha iniziato a diventare anche destinazione turistica. Aci Trezza è famosa per essere il contesto del romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga e del film “La terra trema” di Luchino Visconti. Di fronte al suo litorale si trovano le Isole dei Ciclopi, otto faraglioni di roccia lavica che ne caratterizzano il panorama.
Come i giovani protagonisti del mio romanzo scopriranno, di roccia lavica sono anche il suo litorale e i fondali antistanti, bagnati da acque cristalline. Per rendere più semplice la vita ai turisti che non amano arrampicarsi sugli scogli, ci sono stabilimenti balneari muniti di piattaforme, passerelle e scalette per accedere al mare.
Grotta di Serracozzo e Valle del Bove
La gita di Federico e Vincenzo sull’Etna inizia al Rifugio Citelli e si snoda lungo il sentiero 723. Dopo circa un chilometro e mezzo si trova un cartello che indica la grotta. È un tunnel di scorrimento lavico che si è formato durante l’eruzione del 1971, una fenditura stretta e alta dalla cui volta entra un fascio di luce, che crea un’atmosfera suggestiva.
Poi la loro escursione prosegue fino alla Valle del Bove, una grande depressione formatasi per il collasso di due crateri, antecedenti all’Etna come lo conosciamo oggi.
Vista dall’aereo, impressiona per la sua dimensione, sembra quasi che un gigante si sia portato via una fetta della montagna. È delimitata da ripide scarpate, alte fino a più di un chilometro, sormontate da creste affilate.
La Valle del Bove riveste grande importanza per la comprensione della storia di questo vulcano, perché permette lo studio delle sequenze vulcaniche. Tuttavia, gli studi geologici non hanno ancora chiarito i dettagli della sua origine, che resta un mistero affascinante.
Spiaggia di San Marco di Calatabiano
È una spiaggia di sabbia e ciottoli, molto lunga, che alle spalle ha un boschetto di eucalipti. Non facilissima da raggiungere, forse per questo è ancora quasi incontaminata e poco frequentata. Le sue acque sono trasparenti e pulitissime.
Spiaggia della Plaia
La Plaia, o Playa, è la grande e bella spiaggia sabbiosa di Catania ed è qui che si svolge l’ultimo capitolo “marittimo” del romanzo.
Molto conosciuta, è attrezzata con stabilimenti balneari, bar e altre comodità. Dalla spiaggia si gode anche di una bellissima vista sull’Etna.
Casa Steinmann
L’avvocato Steinmann, al pari di tutti gli altri personaggi del romanzo, è frutto della mia fantasia. Altrettanto lo è, naturalmente, la sua pretenziosa abitazione nelle vicinanze di Aci Trezza. Tuttavia, vi è citato un elemento di arredo preso da un celebre film di Alfred Hitchcock del 1946: Notorious – L’amante perduta. Si tratta della imponente scalinata che arreda la casa in cui si trova prigioniera Ingrid Bergman, vittima del lento avvelenamento da parte del marito e di sua madre. La stessa scalinata lungo cui, nella scena finale, lei viene portata in braccio da Cary Grant verso la salvezza.